Evitare le aree in cui potrebbero trovarsi in quantità significative piante allergeniche o tossiche

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Le api possono raccogliere nettari o pollini che possono avere effetti allergergenici o tossici sulle persone.
In Italia questa problematica riguarda sopratto la raccolta e la produzione del polline.
Il polline raccolto dalle api può scatenare reazioni allergiche in persone sensibili, in caso di inalazione o di ingestione. In questo caso si può cercare di evitare di collocare le api per la produzione di polline in aree dove siano presenti le piante che più frequentemente causano allergie (come parietaria, cipresso, carpino, verga d’oro, girasole, ecc.). Tuttavia ci potrebbero essere contaminazioni accidentali. Per le allergie da polline quindi, più che evitare zone con possibilità di piante a rischio, è fondamentale informare il consumatore che l’assunzione di polline d’api può scatenare reazioni allergiche in sogetti sensibili.
Per quanto rigurda le piante tossiche, il rischio maggiore è costituito dalla presenza nel polline di alcaloidi pirrolizidinici che si possono trovare in piante delle famiglie botaniche come: Boraginaceae, Asteraceae, Orchidaceae e Leguminosae, meno frequentemente nelle Convolvulaceae e Poaceae, e in almeno una specie delle Lamiaceae.
In questo caso è opportuno evitare per la produzione del polline zone in cui ci sia una elevata presenza di queste piante e in ogni caso effettuare delle analisi per la ricerca di alcaloidi pirrolizidinici nel prodotto finito.
Il Regolamento (Ue) 2020/2040 della Commissione dell'11 dicembre 2020 che modifica il regolamento (Ce) n.1881/2006 per quanto riguarda i tenori massimi di alcaloidi pirrolizidinici in alcuni prodotti alimentari, stabilisce che in integratori alimentari a base di polline, polline e prodotti a base di polline, il limite massimo di Ap è di 0,5 milligrammi per chilo.

Non capisco dove è l’innovazione ….. può essere meglio esplicitato?
Grazie